[Traccia] Oscurità Nascente – Sessione 1

Capitolo 1 – Discesa nell’Abisso
Sessione 1 – 07/01/2023

La storia inizia con un Lasombra, conosciuto come Riddick, che viene mandato dalla sua Sire per compiere il suo primo compito da assassino.
Luisa, la Signora, lo manda in una via del centro di Urbino, dove si trova il rifugio di un Toreador Antitribu. Il Cainita è stato accusato di aver commesso Diablerie nei confronti del suo stesso Sire e quindi ora è stata indetta una Caccia di Sangue. Come testimonianza della sua morte ultima dovrà riportare il cameo che Sofocle, questo il nome del Toreador, porta sempre appeso al collo.
Riddick non dubita che il compito sia alla sua altezza, se la sua Sire glielo ha assegnato è certo di poterlo portare a compimento, così si avvia seduta stante in città.
Qui percorre la stretta via in salita per circa una ventina di metri e poi svolta in un vicoletto, che scende e aggira gli antichi palazzi di mattoni. La notte è gelida e la strada è coperta di un sottile strato di umidità ghiacciata. La luce gialla dei lampioni rende quasi romantiche le vie della città, non fosse per il cielo nero come la pece.
Riddick si ritrova in un momento dietro al palazzo, dove le scale antincendio, più recenti della costruzione ma comunque non ben messe, salgono fino all’ultimo piano.
La sua preda si trova solo al secondo piano, ma temendo che la porta delle scale antincendio abbia qualche sorta di allarme, il Cainita si intrufola tramite una finestra, che blocca senza troppi problemi. Ah, questi vecchi infissi!
Salito al secondo piano, individua la porta dell’appartamento, da cui proviene il basso suono di una melodia classica. Si tratta di “E lucevan le stelle” un’aria piuttosto triste tratta dalla “Tosca” di Puccini.
Il Lasombra scassina la serratura ed entra. C’è un buio quasi completo nel piccolo corridoio, non fosse per la sottile lama di luce sotto una porta. Guardandosi attorno valuta rapidamente che quella porta conduce ad una stanzetta molto piccola.
La musica continua, il volume un po’ più alto perché ora c’è una porta in meno ad ostruirne la diffusione. Proviene proprio da quell’unica stanzetta illuminata.
Riddick prende un quadretto appeso alla parete, una squallida rappresentazione di una natura morta, e lo lancia nel corridoio, preparandosi alla reazione. Un rumore nella stanza, un movimento che interrompe per brevi istanti la luce sotto la soglia della porta. Poi più niente.
Anche l’aria arriva alla sua conclusione, la puntina di un giradischi salta ed inizia a graffiare il piatto.
Con quel suono nelle orecchie, Riddick decide di entrare nella stanzetta, spalanca la porta e si fionda all’interno, sperando nella sorpresa, ma quello sorpreso è lui.

La stanza è piccola, poco più di uno sgabuzzino. Le pareti sono dipinte come affreschi, imitando in tutto e per tutto lo studiolo di Federico da Montefeltro.
Un piccolo scrittoio è sotto la minuscola finestrella, sopra, accasciato e in via di decomposizione, il corpo del vampiro che Riddick doveva uccidere. Già morto. Morto morto eh?
Del liquido nero e denso cola dagli occhi che sono stati sparati fuori dalle orbite insieme a pezzi di cervello, tutto impastato di quel liquido orribile e dal vago odore di uovo marcio.
Acanto allo scrittoio il giradischi sta andando a vuoto, la puntina che ormai è scesa dal vinile raschia il legno in un fruscìo continuo.
Un passo nella stanzetta e qualcosa di umanoide, nero come la pece ma dai grossi occhi gialli salta addosso a Riddick e lo graffia nella foga di scappare.
Nessun rumore di passi, solo una porta che si apre, un cigolio e un tonfo, l’anta dell’armadio che si richiude.
Nient’altro. Riddick prova a seguire l’essere, ma non trova nessuna traccia, perciò torna nello studiolo, controlla che il morto sia definitivamente andato al creatore, prende il cameo e scappa, tornando in strada.

Nella stessa notte, altri due vampiri vengono convocati alla presenza della Reggente, in visita, Melinda Garrasco, Toreador Antitribu che proviene dal Messico e che è giunta in città a sorpresa, mettendo il Vescovo di Urbino, Roberto Longhi, conosciuto come il Vecchio, in estrema difficoltà.
La Reggente, dicevo, convoca due Cainiti, Luigi Stocchi, conosciuto come il Varese, generato dallo stesso Vescovo di cui sopra e Viktor Giovanni, chiamato come supporto mercenario per l’occasione.
I due vengono incaricati d’indagare su alcune morti sospette. Tre figli di Caino sono stati uccisi, il cervello gonfio di un liquido nero è esploso fuori dalle cavità oculari portandoli a morte ultima.
Tra i tre non vi è nessun legame apparente: uno è un Lasombra, gli altri due sono un Gangrel Antitribu e una Malkavian Antitribu. Erano di generazioni diverse, una 13°, una 8° e una 10°. Due avevano rifugio nella città, uno fuori. Toccherà ai due novellini trovare il bandolo della matassa, soprattutto dovranno farlo in fretta, prima che arrivi la Mano Nera a ficcare il naso dove non deve.
Così i due vengono rapidamente congedati e buttati allo sbaraglio.
Si avviano lungo le strade di Urbino. Il primo dei tre aveva un ghoul che è sopravvissuto alla morte del padrone, forse il legame di sangue non era più così stretto da farlo impazzire e/o morire come è successo agli altri.
Mentre sono lungo la strada incrociano Riddick che, ancora un po’ impensierito per quello che gli è successo, scatena la curiosità degli altri due.
Difatti i tre si fermano lungo la strada ed inizia una breve schermaglia di parole, alla fine nessuno di loro ha nulla da nascondere e addirittura Riddick contatta la sua Signora perchè lo raggiunga, così da poterle consegnare il cameo la cui catenella è ancora impregnata del liquido nero. Viktor decide di tenere con se Riddick, mentre il Varese andrà a fare un controllo nell’appartamento del Toreador AT ucciso.

Il Varese ripercorre la strada già fatta da Riddick, ma con un po’ meno di agilità. Comunque raggiunge l’appartamento e poi la stanzetta, ricontrolla nell’armadio e poi di nuovo il corpo. Recupera in un barattolo preso in cucina un po’ del liquido nero e della materia cerebrale, cosa che gli costa i guanti che ha addosso.
Inoltre si accorge che il calamaio e la penna presenti sono pronti per scrivere, ma nella stanza non ha trovato nulla su cui il vampiro morto potesse scrivere.

Viktor e Riddick, invece vanno a casa del ghoul, incontrando lungo la strada la Sire di Riddick che li accompagna.
L’umano li fa accomodare, è visibilmente scosso, ma sta tutto sommato bene. Racconta di quello che è successo nel periodo in cui ha perso il suo padrone.
Ademaro lo aveva mandato a fare alcuni acquisti, una corda, un piccone, alcune taniche, un secchio e altra roba del genere. Mentre era in fila al negozio si è sentito mancare e ha perso i sensi. Quando si è ripreso ha rifiutato i soccorsi e si è diretto al rifugio del suo sire con un bruttissimo presentimento. Una volta entrato non ha trovato nessuno.
Per alcuni giorni è rimasto in pena, cercando il padrone ovunque ma senza nessun risultato. Alla fine è tornato un ultima volta al rifugio, così da poter recuperare alcune delle sue cose, sentendosi abbandonato ingiustamente.
Una volta lì ha trovato Ademaro steso a terra a faccia avanti, il cervello che gli era uscito dagli occhi insieme a un denso liquido nero che puzzava di uovo marcio.
Non ha idea di dove possa essere stato, né di chi lo possa aver ucciso in quel modo. lui non aveva il permesso di leggere gli appunti del padrone.

Dopo qualche altra domanda che non rivela molto di più, la Signora se ne va col suo pendente, lasciando la catenina a Viktor, mentre gli altri due si avviano per tornare dal Vescovo, trovando il Varese lungo la strada.
Raggiunto il Rifugio si incontrano con il Vescovo e gli spiegano ciò che hanno trovato. Varese va al laboratorio per fare qualche esperimenti con il campione che ha raccolto, mentre gli altri due decidono di andare a fare un giro in biblioteca.
Incontrano Bronwen, la bibliotecaria, che gli consiglia qualche libro, per poi lasciarli soli, uno a studiare il folklore locale, l’altro a studiare Cagliostro.

Il Varese nel frattempo prova a mescolare il liquido nero con alcuni compenti per vederne le reazioni.
Cosparso sul ferro ne accelera l’ossidazione, mescolato col sale non fa nulla. Mescolato con il mercurio si diluisce, mentre messo sulla fiamma di un becco Bunsen la fiamma divampa pericolosamente, una tremenda puzza di zolfo impesta il laboratorio facendo scappare gli umani. Mentre un altro vampiro osserva l’aura venata di nero e scintille del composto che brucia.

Alla fine anche il Varese si reca in biblioteca e mentre discutono, cercando di coinvolgere la Bibliotecaria, questa sparisce.
Decidono comunque che sarebbe interessante parlare con i ghoul di Sofocle, quindi chiedono di rintracciarli, nel frattempo faranno una supervisione ai rifugi dei vampiri morti.
Si recano alle Cisterne del monte, rifugio di Ademaro, prima tra le tre vittime.
Il posto è polveroso ma piuttosto anonimo. Di nuovo nessun diario o altri scritti, ma un colpo di fortuna dovuto alla curiosità fa trovare a Viktor un sigillo sotto al piano dello scrittoio.
Smontano la tavoletta e se la caricano in macchina, avviandosi verso il secondo rifugio, quello di Mikail, il City Gangrel al Parco della Resistenza.
Qui rischiano di volare giù da una scarpata perché Riddick crede di vedere qualcuno vicino ad un lampione.
Scendono nel rifugio e di nuovo sotto una piccola scrivania di acciaio trovano di nuovo un sigillo. Usano il portatile di Mikail per cercare informazioni e trovano un simil riscontro con il sigillo che evoca Belial in una mail inviata dalla biblioteca del Vescovo.
Viktor trova anche una lettera scritta in rumeno, che infila in tasca.
Preoccupati smontano il piano della scrivania e se lo portano appresso, avendo cura di avvolgere i due ripiani in modo che non sfreghino tra loro.
Si dirigono verso il terzo rifugio, quello della Malkavian AT. Lungo la strada Viktor vede di nuovo un tizio sospetto lungo la strada. Di nuovo rischiano di andare fuori strada, si fermano e il Varese si precipita dal tizio, prendendolo per il collo senza difficoltà, poiché il tipo non sembra nemmeno provare a scappare.
Si chiama Boogie Marlon e sta cercando il suo amico Maurice, un mostro dell’armadio, che era stato mandato ad indagare sulle morte sospetti dalla regina del Piccolo Popolo.
Marlon non si sbottona più di tanto ma non sembra pericoloso, perciò decidono di prenderlo su con loro e portarlo al terzo rifugio, dal quale rimane comunque fuori perché non ha il permesso per entrare.
Il terzo rifugio, al Giardino della Galla, è una casa sulla costa della collina. Il Rifugio si trova nello scantinato, una ridda infernale di roba buttata in giro senza apparentemente senso. La Malkavian non sembra conservare nulla che riporti un sigillo, ma la miriade di sticker appiccicati in giro stuzzicano la curiosità dei nostri.
Alla fine Viktor riesce a trovare il bandolo della matassa, trovando un senso in quei piccoli adesivi. Da un angolo della stanza è evidente che formino un sigillo che è disegnato in tutta la stanza. Purtroppo la sconvolgente novità lo fa inciampare e cadere rovinosamente. Chissà cosa combina, in tutto quel gran caos, sta di fatto che il terreno trema, l’aria inizia a soffiare in un vortice e l’odore di zolfo riempie l’aria.
Davanti a loro si manifesta Belial.
Il signore dell’Abisso propone loro un patto: 20 cervelli freschi per ottenere qualcosa che desiderano.
Per Riddick non è poi un gran problema ed accetta in cambio di qualche nozione di ritualistica Abissale.
Viktor invece propone lo scambio dell’occhio sinistro col demone, cosa che a Belial piace molto e divertito conclude il patto.
Il Varese invece non vuole cedere, così Belial gli propone qualcosa di diverso. Percependo il suo Cuore Tenero, gli propone di darglielo per un anno, così, tanto per vedere come va…
Se dopo l’anno rivorrà il suo cuore, il Varese lo riavrà, ma se si sarà convinto di non averne bisogno, glielo lascerà da mangiare.
Convinti che questo sia l’unico modo per liberarsi del demone accettano i patti e Belial sparisce lasciandoli piuttosto confusi…

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Pubblicato da Shekinah

Sono la burattinaia, sono il filo che da oggi reggerà il tuo burattino Sono colei che muoverà le dita ad indicare la tua sorte. Obbligherò le tue membra ad alzarsi contro il volere della Natura stessa, senza che tu possa fermarmi. Eseguirai la mia danza. E ti piacerà.

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