[Traccia] Black Rose Capitolo 2 – Sessione 3

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Siamo in un sotterraneo, buio, polveroso, ragnatele che si drappeggiano nei corridoi echeggianti per ogni minimo rumore, piccole impronte di polvere da seguire.
Oltre un breve corridoio si apre una stanza ben più grande delle precedenti. Sacchi ammuffiti e casse rotte sono disposti ancora come a formare delle piccole trincee dietro le quali si trovano un paio di mitragliatrici di grosso calibro. Le armi sono rotte, per l’urto e per la corrosione del tempo, i bossoli vuoti sono sparsi ovunque, i segni degli spari sono sparpagliati dappertutto, sulle pareti, su pavimento e soffitto, chiunque abbia sparato ha seguito qualcosa che si è mosso per tutto l’ambiente, dove gli scheletri sono abbandonati al suolo. Mentre Greg cerca di farsi raccontare dagli spiriti qualcosa sulla storia del luogo, Nikky annusa in giro col suo fiuto da lupo si accorge di qualcosa. Una muffa le stordisce il naso per la puzza, attaccandole un fastidioso prurito, ma nel contempo trova una crepa nella parete crivellata dai colpi.
Don Esteban s’infila nella crepa, ma oltre è tutto buio e l’unica cosa che può capire è che dietro la parete c’è un corridoio. Tornato a riferire, decidono di buttare giù una parete invece che di proseguire per il mucchio di macerie che chiude l’unico altro passaggio nella stanza.
Si trovano quindi all’imbocco di un bivio, dietro la parete.
Lì l’aria è ancora più pesante e arida, polverosa all’inverosimile.
C’è un silenzio quasi di morte.
Decidono di dividersi in due gruppi per seguire le due vie: Greg, Nikky, Leonore e Iang da una parte, Zik, Ilena, Esteban e Manon dall’altra.
Mentre camminano iniziano a piazzare starlight nei pressi degli incroci, cercando di orientarsi in quelle che all’inizio sembra essere un dedalo di corridoi.

Sotterranei Orfanotrofio

In realtà, si rendono conto dopo, i corridoi formano una stella, la cui punta è rivolta a Nord, probabilmente un immenso sigillo per imprigionare qualcosa.
Mano a mano che accendono gli starlight una brutta sensazione si impossessa dei più sensibili, inducendo il Branco a decidere di togliere un po’ di illuminazione per non rischiare di attivare qualcosa di cui non conoscono la portata.
Trovano una pietra, ad un tratto, in mezzo ad un corridoio, con un’incisione che recita:

“Sovra di questa di pianto umida tomba
Immobil stando, ai passaggeri annunzio
che di Mida l’immortal qui giace chiuso.”

Questa citazione, che i più acculturati del Branco riconoscono sia di Erodoto, richiama abbastanza l’attenzione da far distrarre i nostri da qualcosa che da un po’ stà accadendo nel corridoio.
Finchè finalmente si accorgono che nel corridoio c’è una figuretta piccina, che salta da una parete all’altra, scomparendovi e riapparendo più in la.
Richiamata la creatura, il Branco appura che si tratta di Kea, la bambina affidata ad Alcina. La bimba spiega che ha aperto una “porta” e si è trovata qua, solo perchè voleva andare a trovare un suo amico un po’ burbero, dice lei, che abita qua sotto. Poi non è più riuscita a tornare dalla maga a causa, probabilmente, dell’inesperienza, com’è facile intuire.
Dopo svariati tentativi, è Leonore che riesce finalmente a convincere la bimba ad andarsene da li e a tornare da Alcina, mentre loro decidono il da farsi.
Dietro la pietra con l’incisione, quindi, si troverebbe “Mida l’immortal”, che Kea descrive loro come un omone enorme e corpulento, sempre intento a creare e divorare oro, come questo accada per lei è pura magia, perchè l’omone non le ha mai rivolto la parola, disinteressandosi di lei completamente.
Scelgono quindi di finire d’ispezionare i corridoi esterni al pentacolo, trovandosi davanti ad una grande frana, una parete è completamente caduta, sbriciolata al suolo spezzando la forma della stella. Affacciandosi si trovano in una immensa stanza, usata probabilmente come dormitorio per soldati ed operai.
Quel che resta di alcune carte spiega l’intenzione di costruire un immenso sigillo sotterraneo volto a intrappolare qualcosa che altrimenti non avrebbero saputo distruggere, il cui nome in codice è “Mida”.
Dopo aver studiato un po’ la situazione, Manon esprime la sua opinione. Zik analizza le crepe e non gli è difficile stabilire che possono essere state causate da scosse sismiche che nel corso degli anni hanno lesionato le pareti scavate artificialmente, queste crepe hanno quindi spezzato il sigillo, liberando parte della forza della creatura chiusa li dentro.
L’ultima stanza porta ad una camera lunga e stretta, utilizzata anch’essa come trincea, ma qui si cammina letteralmente sulle ossa, dunque il Branco preferisce evitare di calpestare i morti, non si sa mai che se la possano prendere, e tornare per i corridoi da cui sono venuti.
Adesso le opzioni che restano sono: ripristinare il sigillo, temporeggiare finchè Madeline non si è rimessa in forze o tentare di combattere con quello che hanno a disposizione al momento.

Cosa decideranno di fare?

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Pubblicato da Shekinah

Sono la burattinaia, sono il filo che da oggi reggerà il tuo burattino Sono colei che muoverà le dita ad indicare la tua sorte. Obbligherò le tue membra ad alzarsi contro il volere della Natura stessa, senza che tu possa fermarmi. Eseguirai la mia danza. E ti piacerà.

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