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ULTIMO Rapporto di Trevor McFinn

15 Settembre 1928 Li Gubbio

Il mio nome è Trevor McFinn, Zanna dei Mastini di Sangue.
Con me c’è il mio sottoposto, Bertrand De Laurent, Artiglio dei Mastini di Sangue.
Cominceremo questo nostro rapporto all’Ordine citando parte del brano delle Tentazioni di Caino, in cui vengono scagliate le tre maledizioni che dalla Notte dei Tempi affliggono la nostra specie.

E dalle tenebre
Giunse una luce brillante fuoco nella notte.
E l’Arcangelo Michele si rivelò [25] a me.
Non lo temevo, gli chiesi cosa ci faceva.
Michele, Generale del Paradiso,
che brandisce la sacra Fiamma, mi disse.
“Figlio di Adamo, Figlio di Eva, grande fu il tuo crimine, e ciononostante
grande è anche la pietà del Padre.
Ti pentirai del male che hai fatto,
e lascerai che la sua pietà ti purifichi?”
Ed io dissi a Michele,
“Non per grazia dell’Altissimo, ma per la mia
Io vivrò, con orgoglio [26].”
Michele mi maledisse, dicendo
“Allora, fintano che camminerai su questa terra,
tu e la tua progenie avrete
timore della mia fiamma vivente che morderà
a fondo ed assaporerà le vostre carni [27].”

E poi al mattino, venne Raffaele [28]
su ali lucenti, luce sull’Orizzonte
conduttore del Sole, guardiano dell’Est.
Raffaele parlò, dicendo
“Caino, Figlio di Adamo, Figlio di Eva,
tuo fratello Abele ti perdona il tuo peccato.
ti pentirai, e accetterai la pietà dell’Onnipotente?”
Ed io dissi a Raffaele
“Non dal il perdono di Abele, ma dal mio, sarò perdonato.”
Raffaele mi maledisse, dicendo
“Allora, finché camminerai su questa terra,
tu e la tua progenie avrete timore dell’alba,
E i raggi del sole cercheranno di
bruciarvi come fuoco sempre
ovunque vi nascondiate.
Nasconditi adesso, perché il Sole sorge
per scagliare la sua ira su di te.”

Ma trovai un posto segreto nella terra
e mi nascosi dalla luce bruciante del Sole.
Dormii sepolto nella terra finché la luce
del mondo non fu nascosta dietro
la Montagna della Notte [29].
Quando mi svegliai dal mio sonno,
udii il suono gentile di ali [30]
e vidi le nere ali di Uriele avvolte attorno a me
Uriele, mietitore, angelo della Morte,
Uriele l’oscuro che vive nelle tenebre.
Uriele mi parlò sommessamente,
“Figlio di Adamo, Figlio di Eva, Dio Onnipotente
ti ha perdonato il tuo peccato.
Accetterai la sua pietà e mi lascerai
portarti alla tua ricompensa, non più maledetto [31]?”
Ed io dissi ad Uriele dalle ali scure,
“Non per la pietà di Dio, ma per la mia, vivrò.
Sono ciò che sono, feci ciò che feci [32],
e quello non cambierà mai.”
Ed allora, attraverso il terribile Uriele
Dio Onnipotente [33] mi maledì, dicendo
“Allora, finché camminerai su questa terra
tu e la tua progenie vivrete nelle Tenebre.
Berrete solo sangue.
mangerete solo ceneri [34].
Sarete sempre come quando morirete,
ma non morendo mai, vivendo in eterno,
camminerete per sempre nelle Tenebre,
tutto ciò che toccherete sbriciolerà nel nulla,
fino alla fine dei giorni.”
Io eruppi in un grido di dolore
nell’udire questa terribile maledizione,
e le mie carni si contrassero.

Io piansi sangue
raccogliendo le lacrime in una tazza
e bevendole di nuovo [35].
Quando alzai il capo dal mio calice di dolore
l’arcangelo Gabriele,
il gentile Gabriele,
Gabriele, Signore della Pietà mi apparve.
L’arcangelo Gabriele mi disse,
“Figlio di Adamo, Figlio di Eva,
osserva: la pietà del padre è più grande
di quanto tu immagini
perché anche adesso s’apre un sentiero,
una via di Pietà
e tu la chiamerai Golconda [36],
e ne parlerai alla tua progenie,
perché attraverso quella via loro potranno
ancora tornare a vivere nella luce.”

NOTE:

25 Ancora una volta non vorrei incrociare troppo i vari miti, ma non riesco a fare nulla di meglio che tradurre Angeli con Angeli e Michele con Michele, anche se “gli splendenti” menzionati nel testo originale non dovrebbero per forza essere interpretati come angeli. In ogni caso non sono stato in grado di trovare un sinonimo parimenti efficace, e inoltre l’uso di questi termini non inficia il comune sentire della narrazione, per cui il testo è rimasto come lo stata leggendo. Anche le tradizionali corrispondenze Cabalistiche rimarranno così come furono originariamente scritte.
26 Questa è forse una forte reprimenda per l’Altissimo. Caino sembra ancora furioso per il suo esilio.
27 Questa è la leggendaria “Maledizione del Fuoco”, forse la più potenti maledizioni che esistano. Essa ha creato una eterna inimicizia tra I Fratelli e la singola fonte di vita nel mondo: la fiamma. Il fuoco fu lo strumento dei mortali per uscire dell’oscurità, liberarsi delle fiere. Creò il centro della comunità e premise loro di creare nuove tecnologie. Questa maledizione ci ha allontanato dalla luce per sempre e venne concepita per renderci perennemente vagabondi. Forse è a causa di ciò che l’ospitalità è così importante tra i Fratelli.
28 Raffaele è l’arcangelo dell’alba.
29 Un primitivo istinto di sopravvivenza. Caino istintivamente cerca la terra.
30 Il ruolo di Uriele come Angelo della Morte lo pone nella della naturale condizione di essere lo strumento del giudizio divino su Caino. Solo attraverso Uriele, Dio avrebbe potuto punire nostro padre.
31 Si noti come Uriele non sta offrendo di salvare Caino, ma piuttosto di condurlo alla sua ricompensa, ossia alla morte.
32 E’ forse una parodia del più tradizionale verso biblico “Io Sono Colui che Sono” ?
33 Il primo uso delle parole “Dio Onnipotente” nel testo
34 “Mangerete ceneri” si suppone sia una metafora per la tragica esistenza vampirica. Non posso trovare altri riferimenti al “mangiare ceneri” e suppongo che sia una espressione idiomatica che non può essere tradotta. Altre versioni del Libro di Nod traducono “mangerete ceneri” con “conoscerete solo amarezza”
35 Questo è forse un passo poetico, che certamente enfatizza come Caino sia consumato dal suo stesso dolore.
36 Il fatto che esiste una importante città diamantifera in India, chiamata Golgonda, può o meno aver condotto a questa particolare strofa. Inizio a pensare che il termine possa essere stato coniato da Saulot, che viaggiò nel medio e lontano oriente nella sua ricerca dell’illuminazione.

Ho lasciato, per conoscenza, le note scritte da Aristotle DeLaurent.
Ebbene si, il nome non v’inganna.
Aristotle e Bertrand sono parenti. Proprio grazie a questa parentela siamo riusciti ad ottenere questa copia di parte dei miti e delle leggende che circondano la misteriosa nascita delle capacità così particolari che distinguono i vampiri.
Dov’è Aristotle?
Non saprei dirlo. E’ scomparso qualche notte dopo averci fornito questi scritti, farneticando su qualcosa a riguardo un nuovo frammento da aggiungere ai suoi già voluminosi studi.
Bertrand ha deciso di non seguire Aristotle, ma piuttosto di dedicarsi anima e corpo agli studi di questa Nuova Progenie che minaccia le greggi mortali.
Siamo rimasti nei pressi del Convento di Sant’Anna, dopo aver ucciso Clara. Sono passati ormai 120 anni, da quel giorno in cui, per i nostri Signori, abbiamo indagato per la prima volta su questa strana ed anomala Stirpe.
Clara.
Clara fu la prima a dare problemi, intendo problemi diurni.
A quanto pare 120 anni fa due vampiri riuscirono a concepire una figlia tramite uno scabroso rituale. Clara fu la prima Figlia di questa Stirpe che poteva stare alla luce del sole. Mangiava carne e beveva sangue, ma non aveva paura della luce del sole.
Quando la uccidemmo scoprimmo anche che la sua carne non si disfaceva come fa quella di un comune figlio di Caino, il suo corpo faticava a bruciare come quello di un qualsiasi umano.
Da allora, per 120 anni, abbiamo controllato il territorio attorno al monastero. Quando 10 anni dopo il monastero venne ceduto per incuria ad un ricco signore della zona, tale Costanzi, combattemmo una dura lotta perché quella proprietà tornasse in mano della Chiesa. Solo così potevamo essere sicuri che il luogo sarebbe stato protetto da forze maligne.
Accadde nel 1821, il 29 agosto. Il convento tornò alla Chiesa tramite il Convento degli Agostiniani “sino a reintegro in possesso”, avvenuto qualche anno dopo.
In quel mentre ci dedicammo a studiare un modo per sigillare quel suolo maledetto.
Una donna, bellissima, venne al villaggio in una notte senza luna e spiegò ad alcuni di noi come si poteva impedire l’accesso al sotterraneo ma, ci avvisò, quel divieto avrebbe fermato anche noi, ci avrebbe impedito di scendere la sotto, così che non avremmo potuto vedere cosa si sarebbe generato nell’oscurità.
Così, per affrontare quel rito, per prepararci al meglio, per non sentirci in colpa mentre utilizzavamo la Magia che tanto spaventa e fa inorridire i figli di Caino, fondammo l’ordine dei Mastini di Sangue.
Sebbene DeLaurent ed io non abbiamo mai voluto prendere il vero posto che ci sarebbe spettato, lui ed io facciamo parte dei fondatori.
La maga allora scelse cinque di noi per il suo rito.
DeGregori, Valente, Zanchi, Damiani e Giullari.
Cinque Ghoul.
Il primo era un discendente per via diretta del Vescovo Pietro DeGregori.
Valente era un abile Ispettore, dedito alla nostra causa.
Zanchi era discendente anch’egli della famiglia di Igor Zanchi, Ductus del Branco del Vescovo DeGregori. Tutti uomini di valore.
Damiani era uno Studioso, un Mecenate annoiato, Ghoul di una delle razze più strane ed insolite che abbia mai visto.
Giullari. L’unico per cui nutrivo dubbi era proprio lui, ma fu la maga a sceglierlo, dunque nessuno di noi ha osato contraddirla.
Chi non fu scelto non poté vedere quel rito che ritenevamo sacrilego e che solo in virtù del giuramento di sangue che avevamo fatto in quanto Mastini, riuscimmo a sopportare.
Qualunque documento, chiunque fosse rimasto la sotto, non avrebbe mai più visto la luce del sole almeno finché il sigillo fosse stato intatto.
Ed è così che battezzammo quel villaggio che era sorto attorno al vecchio monastero: Sigillo.
Ora che sono passati 120 anni, qualcuno stà cercando di spezzare il Sigillo.
Scopriremo chi e cercheremo di nuovo qualcuno che possa aiutarci a ripristinare il cerchio magico.
Vanno fermati, assolutamente.

Natura nihil tam abundans quam metus est.

Trevor McFinn,
Bertrand De Laurent

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Pubblicato da Shekinah

Sono la burattinaia, sono il filo che da oggi reggerà il tuo burattino Sono colei che muoverà le dita ad indicare la tua sorte. Obbligherò le tue membra ad alzarsi contro il volere della Natura stessa, senza che tu possa fermarmi. Eseguirai la mia danza. E ti piacerà.

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