[Cronaca] Haiti’s Voodoo Nights – 10

«Xavier DeSade, signore di questa umile magione e nuovo custode della voce del vostro defunto… Ivan.» un sorrisetto, tendendo appena quelle sue labbra smorte.
Mi viene da ridere, perché nella mia mente vedo Selene scattare verso quel damerino e dopo una frazione di secondo mi rendo conto che Selene è scattata a prendere per la camicia Xavier, ringhiandogli in faccia.
«Che cazzo stai dicendo?»
Sorrido soddisfatta. Se mi avesse lasciata parlare, seppur con le mie difficoltà, sarei riuscita per lo meno a far capire la situazione a Selene senza bisogno di arrivare a mettersi le mani addosso.
ma l’azione di Selene prende alla sprovvista anche Xavier.
Un tremito, quasi il cainita perdesse i sensi, cosa impossibile o quasi, per noi vampiri, poi lo sguardo di Xavier si solleva su Selene, mentre Mario cerca di calmarla con parole pacate di cui comprendo solo un «Gonzo non vorrebbe…» che mi fa sorridere.
Ma la voce che esce da quelle labbra non è più quella marcatamente francese di Xavier.
E’ una voce forte, bassa e sicura, che tutti riconosciamo.
Sebbene io l’abbia già sentita me ne stupisco di nuovo.
«Selene per favore, toglimi quelle mani di dosso. Sarò anche passato per morto con un razzo in culo, ma ho ancora una dignità.»
Forse lo sguardo di Ivan si riflette in quegli occhi sconosciuti, perchè sembra che Selene non riesca a distogliere lo sguardo, sebbene ora la sua mano lasci la presa come se la camicia di Xavier scottasse sotto le sue dita forti e pallide.
Mario si lascia sfuggire un suono di sgomento e fa un paio di passi indietro, con Braden che fa capolino da dietro di lui per osservare curioso Xavier, annusando animalescamente l’aria.
«Uuuuh… Ivaaaaaan!» il grosso gatto indica in direzione di Xavier, che accenna un sorriso per nulla compassato come quello dell’altra sua essenza.
«Si, Braden. Selene, Mario, è un piacere rivedervi… Fandango dov’è?» si guarda attorno, accigliandosi.
Oh, si, si, come vorrei poter sbuffare o esalare un sospiro. Scuoto il capo, poi indico vagamente oltre il vialetto d’accesso della villa.
«Fuori, credo… se ci ha aspettati.» il tono piatto, un’alzata di spalle «Ivan, credo che ci vorrà un po’ perchè ci adattiamo a questa… cosa… quindi cosa suggerisci di fare?»
Ivan incrocia le braccia al petto e pare farsi pensieroso «Xavier mi stà dicendo che sa dove si trova il campo di Schneider. Credo che non sarebbe uan brutta idea andare a fargli una visita di piacere.» porta lo sguardo su Ian, cercandone approvazione e la trova, assieme ad un ringhio di Selene e ad un battito di mani di Braden.
Mario invece resta ad osservare la nuova forma di Xavier, pensieroso per poi sbottare.
«Come funziona?»
Ci volgiamo tutti ad osservarlo, lui si stringe nelle spalle «Si, intendo… come funziona il… passaggio tra te e quell’altro?»
Ivan lo osserva accigliandosi «Non lo so con esattezza nemmeno io, immagino che lo scopriremo con l’esperienza.»
Mario annuisce «Si, ma… quello che vedi e senti tu, lo vede e lo sente anche… Xavier?» è riluttante a pronunciare quel nome a cui dovremo abituarci, ma Ivan pare non farci caso, annuendo appena. Unica risposta che da, prima d’incamminarsi lungo il viale.
«Abbiamo già perso troppo tempo, andiamo, dobbiamo porgere i nostri omaggi a un paio di Camarillici…»
per un momento ho la sensazione che lo sguardo che mi lancia Ivan in quel suo nuovo corpo voglia dire qualcosa di diverso, ma forse qualcuno la chiamerebbe “coda di paglia”.
C’incamminiamo verso l’uscita della villa, nessuno sembra voler parlare, nemmeno quando arriviamo alla Jeep.
Come volevasi dimostrare Fandango ha tagliato l’angolo e se n’è andato.
Almeno ci ha lasciato un mezzo di trasporto.
Osservo i presenti, non ci staremo tutti su una Jeep sola, ora si è aggiunto Xavier ed Ian è tanto grosso che occupa quasi due sedili.
Ma il problema viene risolto in men che non si dica, dal viale che abbiamo appena lasciato, i cui cancelli sono ancora aperti, arriva il rumore di un’auto e dopo poco i fari di una jeep prendono forma: Il maggiordomo che ci ha aperto la porta e che ha servito il vino è anche l’autista, a quanto fare.
«Tutto fare eh?» è il mio commento sarcastico verso Ivan o forse dovrei dire Xavier, non lo so, guardandolo mi vien solo un gran nervoso, come dovrei chiamarlo ora? Con che nome posso identificare quella sua duplice identità? Bah, forse basterà che lo chiami Xavier o Ivan a seconda dei casi.
Dunque ora è Ivan.
Ivan sembra soddisfatto dell’arrivo dell’umano, ed in effetti ci toglie da un bel problema spinoso.
Ci dividiamo, giusto per star più comodi:
La jeep di Ivan segue un sentiero un po’ confuso tra la vegetazione, facendoci saltare sui sedili quasi come bambole di pezza, per fortuna la forza innata che un vampiro possiede può rendere il viaggio più confortevole del previsto.
I fari non fanno altro che illuminare il sentiero davanti a noi, dove le erbacce crescono alte e gli alberi intrecciano i loro rami formando uan sorta di galleria, una bocca nera che sembra ci stia divorando.
Ad un tratto l’umano rallenta, fino a fermarsi. Non c’è nulla di diverso, attorno a noi, da quello che abbiamo visto da più di mezz’ora. Addirittura comincio a pensare che Xavier ci voglia in qualche modo fregare, ma Ivano, no, Ivan non lo farebbe… beh, almeno non prima di essere stato vendicato.
Scendiamo dalle Jeep, mentre i motori vengono spenti.
Scendiamo tutti meno l’umano che rimane quieto al suo posto di guida. Ci raccogliamo attorno ad Ivan ed attendiamo quel che ha da dirci.
«Allora… i Camarillici se ne stanno a dieci minuti di cammino da qui, in una radura ben protetta dal bosco e da un dirupo della montagna. Non chiedetemi come lo so, sappiate solo che ho avuto abbastanza tempo per cercarli e trovarli.» a dire il vero l’idea di chiedergli come lo sapesso non mi ha mai sfiorata. Osservo gli altri, stupendomi di come la voce di Ivan sembri attirarli come mosche sul miele. Mario e Selene soprattutto. Loro hanno sempre avuto un legame fin troppo stretto con Ivan.
«Dividiamoci, lavoreremo meglio.»
Sono d’accordo, anche perchè ho di che parlare con Del Duca e se riuscissi a portarlo in disparte sarebbe davvero splendido… niente cellulari rintracciabili e in più potrei vederlo in faccia mentre cerca di prendermi ancora per il culo. Fottuto bastardo, solo perchè sei il capo di questa banda di squinternati Camarilla non penserai di essere più importante eh?
Le chiappe che rischiano di saltare, qui, sono le mie e quelle di Selene.
Su una cartina trovata nel cruscotto della Jeep di Xavier viene segnato il punto in cui si trova l’accampamento. Io e Mario, Selene e Braden, Ian e Ivan, sebbene quest’ultimo accoppiamento non sia stato ben gradito dal Gangrel, con un sogghigno divertito da parte di Ivan.
Abbiamo con noi ancora un po’ della polvere di Mambo Eluna, il piano è semplice: mentre Ian e Ivan attireranno l’attenzione dei militari Mario ed io spargeremo la polvere sugli umani, se non riusciremo a ucciderli stanotte lo farà la polvere per noi. E questa volta non ho intenzione di sabotare il piano, gli umani al comando di Del Duca verranno trattati da noi come lui solitamente tratta me e Selene, come semplici pedine.
Dopodichè… beh, il resto del piano è solo una nuvola di fumo, poichè tutti conosciamo bene l’imprevedibilità di Ian e l’assoluta mancanza di rispetto delle regole di Selene. Anche se credo che si controllerà, questa volta, in fondo non sono del tutto nemici, per noi, quelli che affronteremo stanotte.

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Pubblicato da Shekinah

Sono la burattinaia, sono il filo che da oggi reggerà il tuo burattino Sono colei che muoverà le dita ad indicare la tua sorte. Obbligherò le tue membra ad alzarsi contro il volere della Natura stessa, senza che tu possa fermarmi. Eseguirai la mia danza. E ti piacerà.

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